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Catenina Impiraressa - MADREPERLA, LABRADORITE BIANCA

STRUTTURA E METALLI

Catenina rivière realizzata con microgemme, lunghezza girocollo 40 cm.

Gancio a moschettone in Argento Placcato Oro 21 kt 1 micron.

 

🌿 SIMBOLISMO, MADREPERLA

VII chakra

Leggerezza, spensieratezza, gioco, luogo sicuro, deposizione dei carichi mentali, rigenerazione pura, assenza di pesi e di pensieri negativi, liberazione, apertura, estrema unione con il Tutto, energia di riconnessione, distruzione di ogni frammentazione, integrità, unità.

 

🌿 SIMBOLISMO, LABRADORITE

Non è legata a nessun chakra in particolare ma a tutti e 7. Scudo contro le energie negative, specchio, trasformazione, mutare incessante della vita, scorrere di tutte le cose. Cambiamento come apertura alla dimensione della possibilità e della sperimentazione, esperienza di vita che permette di far cadere una ad una tutte le resistenze condizionate e le sovrastrutture che non ci appartengono. Scelta di mettersi in discussione, consapevolezza, esercizio, liberazione. 

 

🌿CATENINE IMPIRARESSA

Perché ho scelto questo nome?

Impiraressa deriva dal veneziano ‘impirar’, ‘infilare’.

Realizzate con microgemme o conterie in Vetro di Murano, queste catenine si chiamano così in memoria della tradizione delle Impiraresse, gruppi di donne lavoratrici e proletarie che dalla metà del XIX secolo si unirono, a Venezia (soprattutto nei sestieri di Cannaregio e Castello, e nell'isola di Murano), in importanti proteste sindacali che segnarono un momento di svolta nel processo di emancipazione femminista della Proto- e Prima Ondata.

 

Quello dell'Impiraressa era un vero e proprio lavoro specializzato, connesso al mondo dell'artigianato del Vetro.

Le fornaci muranesi producevano quintali di microperle ricavate da canne colorate e tirate a mano 'a caldo': due operai fissavano una canna di vetro con due pinze alle due estremità e disponendosi in senso longitudinale rispetto alla lunghezza dello stanzone in cui si trovavano procedevano a distanziarsi tirando il vetro semifuso fino a creare una bacchetta sottilissima, che non collassava proprio grazie all'aria contenuta al suo interno, la quale in un secondo momento avrebbe contribuito a creare il foro centrale delle perline.

Una volta tirata la canna, essa veniva tagliata in tantissime 'fettine' di 2 mm ca, a formare quelle che sono passate alla storia come ‘conterie’ proprio per il loro utilizzo in fili realizzati con perle 'contate'. Chi 'contava' le perle erano proprio le Impiraresse, che ricevevano il materiale direttamente a casa attraverso l'opera di alcune mastre intermediarie, e lavoravano a cottimo.

 

Il lavoro era duro, lunghissimo, difficile da realizzare al lume delle lampade a olio negli interni umidi e semibui delle case veneziane e per questo veniva effettuato spesso nei campielli, in gruppo, alla luce diretta del giorno. Questa pratica permise alle lavoratrici di connettersi, fare rete e unirsi per denunciare le gravose condizioni di lavoro sottopagato e sfruttato nelle quali versavano (arrivando comunque, anche se a stento, a mantenere famiglie intere, gestendo contemporaneamente il lavoro di cura, quello riproduttivo, quello domestico e quello proprio legato alle perle).

Le operaie più abili riuscivano a lavorare a tantissimi fili contemporaneamente - talvolta fino a 80 - grazie all'impiego della palmetta, un ventaglio di aghi legati insieme che immergevano di volta in volta nella sèssola, una palettina-vassoio colma di perle.

Il lavoro finito produceva dei mazzi di fili, e sulle quantità realizzate veniva calcolata la loro misera ma sostanziale paga (è da qui che deriva l'espressione colloquiale, ancora in uso, di 'farsi il mazzo', per intendere una gran fatica spesso non riconosciuta adeguatamente).

 

L'artigianato e il lavoro popolare femminile, spesso ridimensionati snobisticamente dal mondo accademico a 'operazioni minori' e 'arti applicate' sono qualcosa che va riscoperto e a cui vanno restituite dignità, voce, valore e storia, e l'intento di queste mie creazioni si pone proprio in questo solco.

Se le sceglierai, indossale con cura e spargi questo racconto collettivo insieme a me. Un piccolo gesto per tenere viva la memoria di qualcosa che non va dimenticato. 

Catenina Impiraressa - MADREPERLA, LABRADORITE BIANCA

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  • Tutti gli articoli di questo negozio sono fatti a mano con cura e amore in Italia da me, Francesca, la creatrice di Papierdoreille.

    Prima dell'acquisto considera la possibilità di una leggera differenza di tonalità dell'articolo dall'immagine proposta. Ho cercato di mantenere i colori delle foto quanto più prossimi possibile a quelli reali, ma c'è la possibilità di una resa diversa a seconda dei singoli monitor.

    Nel caso in cui il bijou che hai scelto contenga delle gemme, ti ricordo che la loro bellezza risiede proprio nella loro unicità, e che ognuna di esse presenta inclusioni e sfumature differenti da un’altra della stessa tipologia, anche se forma e taglio sono gli stessi. Considera quindi la possibilità che la gemma che riceverai a casa possa presentare delle differenze rispetto a quella ritratta in foto. Nel realizzare il bijou, in ogni caso, sceglierò sempre le gemme da impiegare in modo che corrispondano il più possibile alle immagini di prodotto.  

    Non fornisco una certificazione per le mie gemme, ma esse vengono analizzate periodicamente a campione dal mio gemmologo di fiducia. Alcune delle gemme che impiego possono aver subito trattamenti di intensificazione del colore o di altro tipo. Nei casi in cui l'analisi gemmologica ne abbia potuto confermare la presenza, ciò è stato specificato all'interno della descrizione del prodotto. 

    Tieni a mente che tutti gli articoli contengono parti minute, dunque per questioni di sicurezza qualsiasi uso da parte di bambini deve essere supervisionato da un adulto.

    In riferimento alle informazioni sulla simbologia delle pietre, fornite all'interno delle descrizioni dei singoli prodotti, tengo a sottolineare come io non sia una cristalloterapeuta né abbia come obiettivo quello di sostituire l'impiego dei cristalli a un approccio terapeutico tradizionale.

    Non credo che le pietre siano dotate di poteri magici di per sé: promuovo invece e piuttosto un loro uso come da tradizione, più per ciò che simboleggiano o che hanno il potere di evocare che non per un effetto terapeutico in alternativa ad un approccio medico.

    Ognuno di noi appartiene ad una determinata cultura simbolica ed iconografica, che dipende dalla matrice culturale più ampia nella quale si è nati; io studio e ricerco questo aspetto, di cui le pietre e il loro impiego nella storia fanno parte, e mi piace indagare i diversi simbolismi che sono stati associati a determinate varietà gemmologiche in diverse culture, tra le quali ci sono anche la tradizione Ayurvedica indiana e la Cristalloterapia.  

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